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30.11.09

I CONSIGLI DI PAOLA C


GLI ULTIMI OCCHI DI MIA MADRE
Patrizia Patella
Sironi Editore – pagg. 149

Questo romanzo d’esordio ha veramente una forza travolgente fin dalle prime righe, è come se l’autrice si lasciasse trafiggere dalle parole, mettendo a disposizione la propria carne viva per narrare il suo rapporto con la madre, guardandolo retrospettivamente dopo che la madre è morta. Ricorda l’infanzia e la vita con lei da adulta, non esita a mostrarci le mancanze di questa madre che l’ha trascurata per dedicarsi al lavoro, descrive il suo aspetto sciatto quando è in casa, l’incapacità di godersi la vita, la scarsa propensione a comunicare con questa figlia che si ritrova persino anoressica ad un certo punto della propria adolescenza.

Mai, in nessun momento, assistiamo alla classica beatificazione del morto. Semmai il contrario, a volte l’autrice sembra perfino troppo dura verso la madre. Ma il lutto è così dolente, la nostalgia così palpitante che si rimane attoniti. Le parole non dette sono quelle di tutti noi, quelle che ciascuno sente affiorare nella mente quando perde una persona così fondamentale. Perché l’odio, se così si può definire, non è altro che amore camuffato, l’amore dei perdenti. E una madre con cui non hai avuto un rapporto pieno è come se la perdessi due volte, quando muore.

Eppure qui niente è perduto, perché la scrittura- questa scrittura che mi ricorda Paula di Isabel Allende e anche La lettera al padre di Kafka- riscatta la vita e consegna questo amore a una memoria perenne.

17.11.09

Incipit - LE CARTE DELLO SPRITZ - A. Rasile

«Modesto, sa che le sue mani sono più calde di una stufa?»
Mago Alvarez tirò verso di sé le mani del suo cliente, le circondò con attenzione, le percorse con le sue piccole dita, allontanò e avvicinò più volte il palmo della sua mano per valutare la presenza di qualche influsso magico proveniente da quegli arti. Poi, annuì.
«Sì. Sì. Emanano proprio calore. Ha mai pensato di fare il pranoterapeuta?»
Modesto osservò i calli sulle sue mani.
«Pranoterapeuta! Ragazzo mio. Ci dovrebbe pensare, lei potrebbe far soldi con la sola imposizione delle mani sul corpo di una persona», concluse l’indovino facendo finalmente accomodare l’uomo in compagnia della donna nel suo studio.

Modesto e Roberta erano fidanzati e quel pomeriggio nell’ufficio di Mago Alvarez c’erano andati per farsi leggere le carte.
In realtà, quella dei due che credeva alla predizione dei tarocchi era la ragazza. Modesto, invece, era piuttosto scettico nei confronti di quelle “stupide credenze”, ma quel pomeriggio era stato proprio lui ad per sapere cosa avrebbero detto le carte.

L’interesse per i tarocchi era roba vecchia per Roberta. Per un periodo della sua vita, si era pure dedicata al loro studio finché le era stata rubata la borsa con i suoi Arcani preferiti.
Perdere i tarocchi può avere conseguenze nefaste, per chi ci crede!
Così, cercando qualche rituale per riappacificarsi con i propri Arcani era finita in una Fiera della Cartomanzia e dell’Esoterismo incappando in Modesto che, dal canto suo, cercava, invece, solo una donna con cui passare la sera.
Quell’incontro portò ad entrambi un certo sollievo. A lei, per aver trovato la ragione del furto dei suoi tarocchi. A lui, per aver incontrato, finalmente, due gambe da urlo sotto una minigonna!
Fu quando la ragazza gli disse: «Ma come, vuoi fare l'amore con me quando non abbiamo ancora consultato le carte?» che Modesto capì in che vicolo cieco era andato a ficcarsi.
Lui era così, se c’era un problema ci si piantava dentro come un chiodo su una trave di legno. Ma nonostante ciò, quel pomeriggio, in quella assurda fiera, due punti erano chiari per Modesto.
Primo.
A lui, Roberta piaceva.
Secondo.
Sapeva di avere un gran senso pratico ereditato dal ramo maschile della sua famiglia insieme ad un paio di orecchie a sventola.
Così, il problema di far l’amore con quella donna, lo risolse brillantemente portandola da Mago Alvarez.

Josè Maria Alvarez Gran Maestro di Alta Magia, conoscitore di antichi e potenti rituali magici brasiliani ed egiziani, sensitivo e cartomante, non si limitava a leggere i tarocchi come chiunque altro indovino. Come era scritto sui volantini che lo reclamizzavano alla Fiera:
Il chiaroveggente può solo vedere, il telepatico può percepire solo le onde mentali, il medium può mettersi in contatto con entità disincarnate, il rabdomante può solo trovare l'acqua, Mago Alvarez ti accompagnerà nel tuo futuro con tutti i sensi.

Ed era vero! Quel pomeriggio, Modesto e Roberta scoprirono, che tra le mani di quello sconosciuto indovino, gli Arcani Maggiori si potevano trasformare in oracoli in carne e ossa per guidarli tra i meandri dell’imperscrutabile, srotolando il loro futuro come un gomitolo di lana.
Inoltre, Mago Alvarez, oliato opportunamente, era capace di far dire alle carte qualunque cosa uno desiderasse. Cosa che fu molto apprezzata da Modesto!
La lettura dei tarocchi andò alla grande. Roberta ne fu entusiasta e appena fuori dalla fiera fecero all’amore. In uno scantinato. In piedi contro un muro, senza togliersi i vestiti di dosso. Riuscì così bene che Modesto si disse che in fondo quelle carte avevano proprio ragione, anche se truccate. E che, Mago Alvarez era meglio di Mago Merlino!
Questo era successo sei mesi prima ...

12.11.09

Donne che scrivono donne che leggono


di Nadia Fusini

Ho degli amici - uno scrittore, l'altra poeta - che scrivono, ma non leggono i libri. Quelli degli altri, intendo. Dicono che a loro non interessa. Forse lo fanno per via di quella che Bloom chiama l'ansia dell'influenza. O forse, evitano così certi confronti. Sono tutte buone ragioni. Io però amo gli scrittori che leggono. Non immagino neanche che si possa vivere, né scrivere senza leggere. Che è la stessa idea che muove a leggere e a scrivere Elisabetta Rasy, la quale ha raccolto in volume le sue letture. Letture che pratica da anni, essendo oltre che scrittrice, una avida lettrice. Lo ha fatto e lo fa anche per mestiere dalle pagine culturali di diversi giornali. Ma lo fa soprattutto come una pratica di meditazione: coltiva così non solo l'anima, la mente, il gusto, la coscienza. Anche lo stile.

Sotto il titolo di "Memorie di una lettrice notturna", raccoglie alcuni suoi incontri con i libri che ha letto, osservando un solo criterio: che siano donne ad averli scritti. Include un breve cammeo di un¿artista non della penna, ma del pennello, Frida Kahlo. E un solo uomo, Ovidio. Si doveva tale riguardo a chi ha scritto le Eroidi, «un perfetto esempio di scrittura femminile», secondo Rasy. Dal che si deduce che la differenza sessuale non è qui giocata nel senso né biologico né ideologico. Ma si è disposti all'ascolto della medesima se e quando si manifesti nella parola.


Memorie di una lettrice notturna
Rizzoli
€18,50

9.11.09

PHILIP ROTH "Il professore di desiderio"

I CONSIGLI DI PAOLA C
Consiglio questo libro perché si legge senza soste, sbirciando con rammarico le pagine che mancano, quando sta per finire. David Kepesh, il protagonista, studente di college e poi professore, ci conduce nalla dimensione delle proprie esplorazioni sassual-sentimentali, da un menage a trois a Londra alla solitudine di New York, indagando l'insanabile contraddizione tra desiderio di trasgressione, di sfrenatezza e l'ansia di trovare un rapporto stabile e pacificante. Contraddizione insanabile fino in fondo, poiché poco dopo aver incontrato quella che sembra la compagna ideale per una pianificazione della vita, si manifestano i primi segni di uno scricchiolo che rimette in campo inquietudini e dubbi. La scrittura coinvolgente ed emozionante di Roth, ci regala momenti di grande ironia in una sorta di confessione carica di verità, nelle quali è assai facile riconoscrsi.

PHILIP ROTH
Il professore di desiderio
Einaudi
pp.234
€19,50

4.11.09

PER LEGGERE CI VUOLE VOCE

Infatti quando parliamo di libri e lettura spesso dimentichiamo che c'è chi non può accedervi, per problemi di vista, dislessia, anzianità o perché non è ancora in grado di leggere.
La lettura è un piacere e un modo di crescere ed evolvere, di conoscere nuove storie che ci aiutano a vivere o condividere emozioni.
Esiste qualcuno che ha pensato di offrire la propria voce per leggere a chi non può, il progetto si chiama: BANCA DELLA VOCE.
E' nato nel 2006 a Montegalda (VI), dopo un corso di lettura animata. I partecipanti sono tutti volontari e chiunque può farne parte, basta buona volontà.
Le letture si svolgono ovunque richieste.
Per contribuire con la propria voce basta contattare:
*Biblioteca di Montegalda - tel. 0444.736411 - biblioteca@comune.montegalda.vi.it
*Giminio Miozzi - giminio.miozzi@gmail.com
*Chiara Jommetti - capradoro@libero.it
E' davvero un progetto encomiabile, se avete qualche ora libera, passatela a leggere... per qualcuno!

3.11.09

LE CORREZIONI di J. Franzen

Autore americano, ancora abbastanza giovane (quarantadue anni), con due romanzi alle spalle, una collaborazione fissa con periodici come The New Yorker e Harper's e una fama che lo precede in Europa come un'ondata. Ce n'è abbastanza per iniziare la lettura di questo notevole romanzo (anche per dimensioni) con una certa, quasi inevitabile, prevenzione. Il solito autore americano "alla Carver" che pensa di riprodurre un film di Robert Altman o un romanzo di DeLillo (che non a caso firma in quarta di copertina un'entusiastica recensione)? Uno snob newyorkese che critica solo apparentemente il suo entourage come Ellis? E invece, no, niente di tutto questo. Le pagine scorrono e la storia comincia a tratteggiarsi, semplice ma intensa, estremamente "vera", e se un paragone deve essere fatto, sono più le commedie amare di Neil Simon a tornare alla mente. L'ambientazione è quella dell'America borghese, i personaggi appartengono a una famiglia normale del Midwest con problemi, nevrosi, equilibri difficili e parole non dette, ma anche con la tranquilla quotidianità che tutti conosciamo bene. I genitori, Enid e Alfred Lambert, rappresentano una coppia d'età che deve fare i conti con la salute incerta di lui, affetto dal morbo di Parkinson (il cui pensiero, disturbato dalla malattia, viene descritto magistralmente in alcuni passaggi del romanzo), e la volontà illusoria di lei di riprodurre ancora una volta una condizione familiare idilliaca (esistita solo nella sue fantasie) che veda tutti riuniti in occasione del Natale. I tre figli, molto diversi tra loro, sono tre esempi di vite possibili: Gary, dirigente di banca, è l'uomo integrato, che ha costruito una solida piattaforma economica ma non un altrettanto valido rapporto di coppia; Chip, il secondogenito, ha perso il suo lavoro in università per un "comportamento sessuale scorretto", ma è riuscito a mascherare questo fallimento con un nuovo impegno di scrittore-giornalista che inorgoglisce la madre; Denise è un ottimo chef, realizzata professionalmente, ma nel privato ha rapporti bisessuali che per la famiglia Lambert sono di certo moralmente discutibili. Franzen ha scelto di fissare lo sguardo su ciascuno di questi personaggi in capitoli differenti. Ne emerge un affresco particolarmente preciso della personalità di ognuno, per poi approdare al capitolo finale Un ultimo Natale, dove il romanzo riprende tutte le singole storie, riunendole e mescolandole di nuovo, come carte da gioco.
L'utopia della felicità si scioglie nella constatazione che la vita non si può "correggere", malgrado tutti gli sforzi. "Ho messo a fuoco le cose che mi procuravano ansia per poi guardare sempre più da vicino al loro riflesso sociale. Ho fatto dei problemi della mia vita lo specchio di una crisi generale" ha dichiarato Franzen in una recente intervista, ed è forse questa la ragione per cui un romanzo che poteva essere l'ennesima descrizione di un mondo già conosciuto si è rivelato qualcosa di davvero nuovo.

LE CORREZIONI
Jonathan Franzen
Einaudi Super ET
pagg.599
€12,50